La
battaglia avvenne nell’anno 1571 il sette di ottobre ed era di
domenica in Grecia nel golfo di Patrasso, vicino a Corinto detta, la
città dei due mari, infatti, è bagnata dallo jonio e dall’Egeo. In
realtà la battaglia avvenne a 36.2 miglia
(72 km circa)
da Lepanto davanti
all’isola di Oxia oppure, con riferimento alla terra ferma,
battaglia di punta della scrofa, certamente è più bello chiamarla
secondo tradizione. |
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Si precisa
inoltre che le celebrazioni contemporanee dell'avvenimento non
tengono conto del cambio di data conseguente alla riforma del
calendario di Papa Gregorio " fu necessario spostare in avanti
il calendario di dieci giorni" pertanto il sette d'ottobre
corrisponde al nostro diciassette ottobre. |
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Il nome attuale della città è Neapaktos/ Efpaktos, Lepanto è il nome
italiano perché era stata possedimento veneziano sino al 1499 e per
lo stesso motivo anche altri luoghi greci come l’isola di Creta o
la penisola del Peleponeso erano chiamati in italiano
rispettivamente Candia e penisola di Morea. Efpaktos conserva, ben
restaurata, l’antica castra costruita dai veneziani sulla cima della
collina che sovrasta la città. La fortezza fu usata con continuità
dai conquistatori Ottomani. Il porto turistico con due moli ricalca
quello
costruito dai veneziani. In caso di pericolo per difendere la città
ed il porto, i difensori ne sbarravano l’ingresso con una pesante e
robusta catena semi affiorante, non visibile dalle navi degli
attaccanti che veniva distesa fra i due moli per impedire l’ingresso
in porto dei nemici e su questi si riversava il fuoco delle
artiglierie posizionate su due torri poste in testa a ciascun molo
una per parte. |
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Sia Corinto con il
suo canale che la vicina e piccola Efpaktos sono da visitare. |
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Nel sedicesimo secolo dalla fortezza di Lepanto partivano due mura
che simili a un settore circolare delimitavano e proteggevano la
città arrivando al mare, la cittadina ingranditasi nel tempo per
opportunità logistiche rinunciò alle ormai inutili cinte murarie |
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Lo scontro in atto
all’epoca era fra le civiltà d’occidente e d’oriente, fra la
Cristianità e l’Islam, gli obiettivi erano per gli orientali:
1)
1)
immediato il controllo del Mediterraneo;
2)
2)
quello di lungo termine la conquista dell’Europa con la conseguente
islamizzazione. |
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Vi sono analogie con
quanto sta accadendo nei nostri tempi. Grossi flussi immigratori
possono nel giro di un ventennio trasformare un paese poco popolato,
come ad esempio la Norvegia o un piccolo paese come il Belgio, in un Paese Islamico. L’Islam è una
religione totalizzante con usi e costumi diversi talvolta in
antitesi con i nostri che sono visti come sbagliati, corrotti da
cambiare o correggere. |
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Siamo ora come
allora sotto la minaccia di attacchi questa volta non da forze
regolari o pirati ma da parte di fanatici terroristi islamici.
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1.1
antefatti |
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Ritornando alla
Storia, In precedenza gli Arabo islamici nel 711, avevano tentato
l’impresa di islamizzare l’occidente, insediandosi in Europa da
ovest invadendo la penisola Iberica e da lì tentarono di passare
senza successo in Francia “Poitiers 732”. Poi furono cacciati dalla
penisola Iberica, dalla Sicilia e il pericolo islamico sembrava
scongiurato definitivamente. Una nuova potenza islamica quell’Ottomana
si affaccia sul teatro europeo da est puntando attraverso i Balcani
al cuore dell’Europa. Gli Ottomani venivano dall’Asia centrale e” il loro
primo Re era Ottoman Oman da cui presero il nome” conquistarono
alcuni territori arabi rimanendo a loro volta attratti dalla
religione islamica cosi fortemente da convertirsi all’Islam. Gli
ottomani pian piano conquistarono un enorme impero si dotarono di un
potente e mastodontico esercito “200.000 uomini” e una marina che
divenne la più potente del Mediterraneo. |
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Questi due opposti
mondi, si scontrarono con gran ricorso alla propaganda nelle chiese
e nelle moschee; e i politici nel nome di Dio commisero grandi
nefandezze giustificandole con ragioni di opportunità strategiche
ammantate da pretesti religiosi alimentando un feroce odio e
desiderio di vendetta, si definivano reciprocamente infedeli e che
Dio era uno ma il loro, quindi guerra totale agli infedeli per
volere di Dio. |
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Nella trattazione
che faremo per capire gli antefatti ho ritenuto utile fare un rapido
salto nel tempo raccontando sommariamente alcuni avvenimenti e
vedremo anche come modi di dire, bevande, cibi e tradizioni
religiose che son parte della nostra vita risalgono ai tempi della
battaglia di Lepanto. Possiamo concludere che dall’incontro scontro
ci furono anche dei risvolti positivi. |
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1.2
situazione geopolitica |
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La battaglia di Lepanto è importante perché ebbe un’eco immensa
all’epoca tanto grande da entrare nel mito, era un secolo che non
riuscivamo a battere gli avversari, qualche successo in verità vi
era stato ma facendo un parallelo calcistico, si era vinto per uno a
zero con l’avversario in dieci, sembravano, proprio invincibili e
facevano tanta paura. A Lepanto abbiamo una vittoria netta, un bel
tre a zero. La battaglia è importante perché e l’ultima grande
battaglia combattuta con navi a remi, ci furono altre battaglie ma
non con così tante persone e navi. Allo scontro prese parte il 90% delle navi
da guerra a remi presenti in Mediterraneo coinvolgendo circa cento
sessantatremila uomini fra le due parti “secondo alcune fonti”. |
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Gli Ottomani avevano
un numero maggiore di navi e di uomini. Le navi ottomane erano circa
trecento le occidentali duecentodieci, gli Ottomani avevano oltre
seimila combattenti in più, per contro gli occidentali avevano armi
tecnologicamente più avanzate, in particolare quelle venete e
un’artiglieria superiore in qualità e quantità, i cannoni degli
occidentali erano più del doppio. |
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Il dieci per cento
di navi da guerra a remi non presenti erano in parte le navi
dei vari alleati, che avevano trattenuto una aliquota della loro
flotta, gli Spagnoli per contrastare i pirati Marocchini ed inglesi,
i Veneziani per mancanza di uomini e gli altri per carenza
d'attrezzature che avevano in parte acquistato sullo stesso mercato
svenandosi. Genova si presentò in battaglia con ventinove navi ra
pesante l'assenza della Marina Francese perchè la Francia si
sentiva circondata dall'Impero degli Aburgo presente in Spagna , in
Germania, nelle Fiandre e nel Governatorato di Milano. I Re francesi
per rompere l'isolamento e contrastare gli Asburgo, si erano alleati
con gli Ottoman, non
scesero in armi con questi contro gli occidentali ma ne ospitavano,
rifornivano e assistevano la flotta. |
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Il vantaggio che ebbe la Francia fu di non subire attacchi dei
pirati. Nel porto di Tolone dalle galere ottomane si levavano le
urla di dolore e le invocazioni a Dio e alla Madonna degli schiavi
cristiani torturati e i Francesi ben volentieri sarebbero andati in
loro soccorso, non potendo scrivevano al Papa esprimendo i loro
sentimenti di dolore, rabbia e frustrazione. Il senso del dovere e
la lealtà verso le istituzioni erano in contrasto con l’appartenenza
alla Cristianità e questo creava conflitti interiori insanabili. |
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I paesi del
Mediterraneo non avevano contatti diretti con i paesi partner
commerciali dell’estremo oriente pur essendoci degli scambi
commerciali ben consolidati e lucrosi, attraverso la via della seta.
Carovane trasportavano le merci da un commerciante a un altro fra i
vari stati e alla fine di lunghi ed estenuanti viaggi le merci,
provenienti da Cina e India, arrivavano nella penisola Anatolica o
Asia minore e da lì principalmente tramite le Repubbliche marinare
giungevano in Europa. Le merci trattate erano spezie molto costose
che erano impiegate in cucina come condimento e stoffe pregiate come
la seta, un tempo non presente in Europa. Materiali e cibi non
pesanti, facilmente trasportabili che assicuravano ricchi guadagni a
tutta la catena coinvolta. L’ultimo paese di transito era quindi
l’Impero Romano d’oriente. |
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