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VENTI
E CORRENTI NELLO IONIO SETTENTRIONALE |
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Un
mare imprevedibile ma ricco di sogni premonitori
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Dall'esperienza
di antichi navigatori le indicazioni per solcarlo tranquillamente
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Parlare
delle metrologia, con particolare riguardo alla nautica,
richiederebbe ben più spazio di quello concesso
a queste brevi " notèrelle ". Mi limito,
pertanto, alla trattazione dei fenomeni più importanti
che interessano la zona di mare compresa tra il Capo
d'Otranto e Capo Spartivento Calabro.
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Lo
scopo di queste note non è, d'altro canto, quello
di fornire i mezzi per fare delle " previsioni
" ma quello di far conoscere ad un navigante quali
eventi metereologici potrà incontrare in tale
tratto di mare. Si limita, quindi, alla trattazione
dei venti e delle correnti, non perchè la pioggia,
la neve, la grandine e la nebbia siano assenti totalmente,
ma perché la loro ricorrenza è rara e
di facile previsione. Non altrettanto il colpo di vento
che può trasformare una gioiosa gita in una tragedia.
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Correnti:
l'intensità che esse raggiungono, in assenza
di venti o perturbazioni, è compresa tra 0,2
e 0,5 nodi e può raggiungere 0,8 nodi nel Golfo
di Taranto. Possono, quindi, influire sulla navigazione
a vela ma molto scarsamente su quella a motore.
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Tutto
il mare Jonio è, dal suo canto, soggetto ad una
corrente la cui circolazione è in senso antiorario.
Essa si dirige per Sud-Ovest lungo le coste meridionali
dell'Italia, poi gira a Sud-Est fino a congiungersi
alla corrente permanente principale che è diretta
per Est.
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Nel
Golfo di Taranto la massa d'acqua scorre da Capo Santa
Maria di Leuca, in direzione Ovest-Nord-Ovest e così
prosegue per completare il senso antiorario generale.
Giunta all'altezza della congiungente tra Capo Trionto
e Capo Santa Maria di Leuca parte si richiude in sè
stessa e parte, prosegue per Sud-Est. Dopo aver lambito
le coste calabresi, si ricongiunge con il flusso generale
delle correnti più sopra accennato. Questa corrente
presente in estate che in inverno, può, in presenza
di venti meridionali forti e stabili, variare sia in
direzione che in intensità tanto da trovarla
invertita anche lungo le coste occidentali.
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Venti:
essi richiedono un discorso leggermente più ampio.
Come si sa, dipendono dalla distibuzione barica che,
nel Mediterraneo Centrale, non ha regime ben definito
e, pertanto, il tempo tutto assume in ogni stagione
carattere di variabilità. Cioè i venti
sono mutevoli a regime di brezza e il loro rinforzo
è determinato essenzialmente dal passaggio delle
perturbazioni.
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In
relazione alla posizione geografica e alla natura del
terreno che circonda il mare , si hanno dei venti caratteristici,
dotati, ciascuno, di una propria fisionomia e, normalmente
associati a determinare condizioni di tempo. Questi
venti sono di solito chiamati con nomi di origine antica,
usati anche per indicare alcune direzioni della
Rosa dei Venti.
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E' il caso del Grecale, del Libeccio e dello Scirocco,
i cui nomi sono ancor oggi usati per indicare le posizioni
intercardinali Nord-Est, Sud-Ovest e Sud-Est. Essi
sono stati introdotti dai naviganti delle antiche
Repubbliche marinare per individuare , con riferimento
ad una zona centrale a Sud dello Jonio, i venti provenienti
rispettivamente dalla Grecia, dalla Libia e dalla
Siria. Ma, tornando ai "nostri venti", vediamo
le caratteristiche di quelli che influiscono maggiormente
sulla navigazione.
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La
catena degli Appennini calabresi fa da riparo naturale
ai venti da Ovest e da Sus-Ovest (Libeccio). Hanno invece
grande rilievo sulla navigazione quelli settentrionali
e meridionali.
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Lo
" Scirocco ",
probabilmente il vento meridionale più conosciuto,
è un vento invernale caldo, umido e polveroso.
Quando è particolarmente forte, mantiene le sue
caratteristiche di polverosità a lungo, tanto
che riesce a trasportare in sospensione la polvere del
deserto sino alle nostre regioni.
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Il
" Grecale " è
un vento invernale che soffia da Nord-Est e può
assumere particolare violenza. Alle volte soffia senza
precipitazioni, con cielo sereno, altre volte, invece,
è accompagnato da pioggia violenta o neve. In
questo caso è associato ad un forte freddo e
porta con se un notevole abbassamento della temperatura.
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Con
il nome di " Tramonana
" si indicano i venti freddi settentrionali che
provengono da " oltre i monti " e sono localmente
conosciuti con altri nomi quale per esempio: "
Maestrale ". La tramontana soffia tra Nord-Ovest
e Nord-Est ed è il vento del buon tempo. Infatti
esso, in generale, chiude il ciclo di una depressione
e, nonostante ciò, può assumere un carattere
violento.
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Le
" Brezze " sono
venti che spirano alternativamente da terra verso il
mare di notte (brezza di terra) e viceversa di giorno
(brezza di mare). Sono dovute alla diversa velocità
di raffreddamento della terra rispetto al mare.
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Torniamo
alla nostra zona. D'inverno abbiamo venti settentrionali
frequenti, che spirano dalle direzioni comprese tra
Nord-Est e Nord-Ovest, forti soprattutto nel pomeriggio
sino a raggiungere spesso la forza di "
Burrasca
" ma che si alternano durante la notte. Lo Scirocco,
invece è un vento meridionale di lunga durata
e porta tempo chiuso e mare agitato. Solvente è
preceduto da un innalzamento del livello dell'acqua
prima ancora di manifestarsi. Si verificano, poi, saltuariamente
burrasche locali di breve durata: in primavera con raffiche
da Nord-Ovest; d'estate con "Groppi" fra Nord-Est
e Nord-Ovest. Spesso sono accompagnati da temporali.
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Uno
sguardo un po' più particolare meritano i due
grandi golfi della zona , quello di Taranto e quello
di Squillace.
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In
quest'ultimo i venti del primo e secondo quadrante sono
presenti quasi tutto l'anno, tanto che i naviganti hanno
coniato il detto: " Nel golfo di Squillace il vento
mai non tace ", cioè si ha vento anche quando
al largo è calma. Particolarmente pericoloso
è un evento di terra, vorticoso e violento che
i pescatori locali chiamano, impropriamente,
Libeccio.
Vi sono dei segni che permettono di prevedere lo stabilirsi
dei venti, ricavati dalla osservazione empirica del
tempo fatta dai naviganti: quando Capo Rizzuto si vede
chiaramente e il livello delle acque è in salita,
si possono prevedere venti settentrionali mentre i venti
meridionali sono preannunciati da nubi basse che coprono
i monti in vicinanza di Soverato, contemporaneamente
al largo si notano nembi e cumulonembi detti dai locali
" Barrata ".
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Nel
Golfo di Taranto, tra settembre e marzo, sono frequenti
i venti da Nord-Ovest e Nord-Est. Quest'ultimi, preannunciati
da una cortina di nubi sulle colline a Nord del Mar
Piccolo, soffiano talvolta con straordinaria violenza.
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D'inverno
lo scirocco e lo scirocco-levante, preannunciati al
tramonto da liste rosse fosche e sull'orizzonte, sono
venti di traversia al golfo e soffiano con violenza
per 3 o 4 giorni, sollevando mare grosso.
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In
primavera, si possono avere venti da Ovest detti "
Calabresi " che generalmente sono di breve durata
e calmano al tramonto. Inoltre , nel Golfo di Taranto,
sono frequenti forti colpi di vento da Nord- Ovest,
detti " Tarantate ", preannunciati da dense
nuvole all'orizzonte solcate da scariche elettriche.
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Con
ciò penso di aver dato un breve panorama dei
venti che il navigante può trovare nello Jonio
settentrionale e, concludendo, voglio ricordargli la
necessità di informarsi, prima di accingersi
a intraprendere una navigazione, per quanto piccola
essa sia, delle condizioni metereologiche previste,
ascoltando gli appositi bollettini emessi dalla radio
e redatti dal Servizio Metereologico dell'Aeronautica,
non avventurandosi senza l'adeguata preparazione in
un mare che deve essere sempre affrontato con rispetto
e timore.
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C.V.
(r) Egone BRESCIANI
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