Filatelia
 
L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI
 

L’INCROCIATORE CORAZZATO  “MARCO POLO” IN CINA

 
 
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto)
 
 
Da qualche tempo si parla, con toni sempre più allarmanti, dell’invasione sui nostri mercati di prodotti provenienti dall’Estremo Oriente, in particolare dalla Cina.
Per altri noti eventi si reclama “reciprocità
 

L’Incrociatore Corazzato MARCO POLO in una cartolina spedita da Venezia il

28 dicembre 1917

 
Classificato Nave da Battaglia di 3^ classe, fu impostato nel 1890, varato due anni
dopo e completato nel 1894 – Aveva un dislocamento a pieno carico di 4.930
L’apparato di propulsione era costituito da 4 caldaie a carbone e 2 motrici
alternative verticali a triplice espansione della potenza di 10.000 C.V., che
assicuravano alla Nave una velocità di 17 nodi – La sua autonomia era di 5.800
miglia a 10 nodi – Inizialmente era armato con 6 cannoni da 142/40, 10 da
120/40,2 da 75 mm., 9 da 57, 4 da 37, 2 mitragliere e 5 Tubi Lanciasiluri –
Il suo Equipaggio era formato da 22 Ufficiali e 372 sottufficiali e Marinai -
Nel 1918 fu trasformato in Nave Trasporto Truppe con il nome di
SCORTELLAZZO ed assegnato al Comando Marittimo della Dalmazia
 
 
Gli allarmi divulgati dai “media”, per la verità giustificati perché basta guardarsi intorno nelle strade, per avere un’idea delle dimensioni del problema e dei guasti arrecati all’economia del nostro commercio
 

Cartolina con il timbro di tipo amministrativo con “stemma” della R. N. MARCO
POLO, spedita da Taranto il 7 marzo 1904
 
 
Non si può, in questo caso invocare la “reciprocità”, per gli alti costi dei nostri prodotti, che li
rendono non competitivi in quel Paese.
Ma è stato sempre così?
 Siamo noi così incolpevoli, come ci proclamiamo essere?
Non c’è bisogno di scavare molto a ritroso nel tempo, per rilevare nostri comportamenti
simili a quelli che ora condanniamo
 

Fronte e retro della lettera spedita da bordo della MARCOPOLO il 21 novembre 1902 da Shanghai
 

 Cartolina spedita dalla MARCO POLO il 4 agosto 1904 da Wu-Sung

 
Basta andare indietro di appena cento anni, per osservare, con occhi obiettivi, cosa
accadeva nel lontano “Celeste Impero”.
Ricorreremo, com’è consuetudine di questa rubrica, di rivisitare vicende storiche del passato
attraverso i documenti postali spediti dalle nostre Navi, dislocate nei vari mari del mondo.
In particolare, questa volta, della Regia Nave MARCO POLO.
All’epoca della corrispondenza della Nave proveniente dall’Estremo Oriente, l’immensa
regione cinese, guidata da un debole Governo Centrale, era funestata da lotte tribali,
e il suo territorio saldamente controllato dai così detti “signori della guerra”.
Prepotenti e famelici feudatari, accomunati a Generali infedeli e una classe burocratica
fortemente corrotta, tenevano il Paese diviso, il popolo sottomesso ed affamato e le
grandi potenziali risorse naturali e umane, abbandonate all’altrui volere.
 

Fronte e retro della cartolina con una veduta di Nikko spedita da bordo della Regia Nave MARCO POLO, spedita l’8 settembre 1905 da Yokhama

 
Quale migliore occasione di quella, che al momento si presentava agli assetati governi coloniali occidentali e non, desiderosi di espandere i loro domini.
Da quelle parti, il Giappone ambiva al possesso, in competizione con la Russia, delle ricche Regioni dello Shantung e della Corea, nel nord della Cina.
Le maggiori potenze europee, con le loro “Cannoniere” avevano, con tempestivo opportunismo, occupato con la forza territori di quel lontano Continente ed insediato truppe per difenderle.
 

Fronte e retro della cartolina spedita da bordo della MARCO POLO il 27 febbraio 1905 da Nagasaki

 
Seguirono, com’era naturale, sciami di agenti commerciali, che s’impossessarono, dietro irrisori e simbolici rimborsi, delle cospicue risorse minerarie, che lautamente sfruttavano, servendosi del basso costo della mano d’opera locale.
Costruirono per le loro necessità, anche, grandi reti ferroviarie, per unire i campi minerari con i sorgitori costieri.
Situazione chiaramente inversa, di questa odierna, pacifica ma illegale invasione!
L’Italia arrivò più tardi !
Subito dopo l’unificazione e la proclamazione del Regno, volendo affermare la sua presenza nello “scenario” internazionale, avviò con le Autorità cinesi, le trattative per l’acquisto di un territorio idoneo all’insediamento delle nostre rappresentanze commerciali.
 

Fronte e retro della lettera spedita da bordo della R. N. MARCO POLO, spedita il 2 luglio1904 da Nimrod

 

Tutto ciò era chiaramente ben diverso dalle occupazioni forzate, che a suo tempo intrapresero le altre Nazioni occidentali.

Le trattative italiane, conclusesi con successo, si dovevano, principalmente, ai Comandanti delle nostre navi militari, che agirono, su mandato del Governo, da rappresentanti diplomatici (1).

Infatti, nel 1866, si ottenne la libera navigazione e commercio, nonché l’apertura di traffici italiani nei porti giapponesi di Yokohama, Hakodate e Nagasaki ed in sedici principali porti dell’Impero cinese.

Non fu un’operazione facile, perché  si dovettero superare le malcelate diffidenze e talvolta le palesi ostilità di alcune nazioni europee, che avendo già acquisito territori ed aperto, sul luogo, lucrosi scambi commerciali, mal subivano l’iniziativa dell’Italia, vista come potenziale e temibile concorrente (2).

Nel 1904, epoca in cui si riferiscono parte delle inedite missive della “MARCO POLO”, nei Mari cinesi era in corso la guerra russo-giapponese, iniziata con un attacco a sorpresa della Flotta nipponica contro Unità russe, alla fonda nella rada neutrale di Chemulpo (Corea) (3).

 
Fronte e retro della cartolina di Kobe, con il timbro postale della Regia Nave MARCO POLO  -  spedita il 28 settembre 1905 da Cing-uan-tao
 

Il conflitto ebbe inizio, anche allora, prima della dichiarazione ufficiale dello stato di guerra tra le due Nazioni.

In quel tempo, la presenza italiana in Cina era costituita da:
      -    una consolidata rappresentanza Diplomatica;

-    Legazioni militari a Tien-tsin e Pechino;

      -    Missioni Cattoliche sparse nei territori rivieraschi; piccole industrie tessili operanti lungo le rive dello Yang-tse-kiang ;
      -    agenti marittimi e commerciali nei porti di Shanghai, e Hankow;
      -    una Divisione Navale che assicurava con le sue “Navi Stazionarie”, congiuntamente alle Unità Navali occidentali, la protezione dei rispettivi connazionali ed i reciproci interessi.
Il primo documento postale della “MARCO POLO”, del 21 novembre 1902 fu spedito da Shanghai. La Nave era sotto il Comando del C. V. Paolo Botti e Comandante in 2^ il C. C. Alfredo Acton (4). Segue quello spedito il 7 marzo 1904 da Taranto due giorni prima della sua partenza per la Cina. Il Comando della MARCO POLO fu affidato al C. V. Ernesto Presbitero.

Seguono tutti gli altri documenti spediti da Wu-Sung, Yokohama, Nagasaki, Nimrod, Cing-Uan-Tao ed infine l’ultimo spedito da Derna il 29 maggio 1912, nel corso della guerra italo-turca.

Era la terza Campagna, che l’Unità si accingeva a compiere in quei remoti Mari (5).

La MARCO POLO giunse a Shanghai  il 4 maggio 1904, unendosi alla “PUGLIA” ed alla “ELBA”, che facevano parte della Divisione Navale Oceanica, già operante in Estremo Oriente.

 

 
 
Fronte e retro della  foto-cartolina con il timbro ovale di franchigia
Postale della R. N. MARCO POLO – spedita il 29 maggio 1912,
nel corso della guerra italo-turca

Bisogna rilevare che la navigazione in quelle acque era particolarmente rischiosa, per la presenza di numerose mine disseminate lungo le rotte d’accesso a porti e rade.

I tappeti minati furono, prevalentemente, messi in opera dalle Navi giapponesi, per evitare che le Unità russe, ormai in ritirata, si rifugiassero nei sorgitori neutrali cinesi.

Un mese dopo, mentre la “MARCO POLO” si trovava a Chemulpo, perse tre suoi Marinai, nell’incendio di un deposito munizioni, causato dalla decomposizione delle polveri di un proiettile di cannone.

L’ultimo periodo trascorso in Estremo Oriente fu, per la nostra Nave, insolitamente tranquillo, tanto da potere familiarizzare con le altre Navi straniere  e rafforzare lo “spirito di Nave”, partecipando in vittoriose gare marinaresche con i temutissimi “armi” delle Unità inglesi e statunitensi.

Il 14 gennaio 1907, trascorsi 38 mesi e dopo avere navigato per 40.000 miglia, ricevette l’ordine di ritornare in Patria

Il 24 aprile, dopo essere transitata per il Canale Navigabile di Taranto, si ormeggiò nel Mar Piccolo.

All’entrata in guerra contro la Turchia, la “MARCO POLO”, alle dipendenze del Comando Superiore della Tripolitania, prese parte all’occupazione di Homs, insieme alla Corazzata “B. BRIN” e all’Incrociatore “VARESE”.

Fino al 9 giugno 1912, data in cui fu dislocata a Derna, operò a sostegno dei Reparti dell’Esercito nelle azioni offensive per la conquista della Libia.
Il 16 luglio 1912 rimpatriò ed a Taranto e si approntò a compiere la sua ultima Campagna in Estremo Oriente (1913-1915) sotto il Comando del C. V. Galeazzo Sommi Picenardi.
Durante la 1^ Guerra Mondiale fu dislocata in Alto Adriatico per la difesa della Piazza di Venezia.
Nel 1917, per la sua ridotta capacità operativa, fu trasformata in Nave Trasporto Truppe, cambiando il nome prima in “CORTELLAZZO”, poi in “EUROPA”.

Successivamente, destinata in Dalmazia, si schierò con d’Annunzio, protagonista della nota vicenda fiumana.

Al suo rientro in Italia, per avere contravvenuto alle direttive dello Stato Maggiore, parteggiando per la causa fiumana,  fu ribattezzata “VOLTA” (6).
Con Decreto Reale del 5 gennaio 1922, dopo 28 anni di servizio, fu radiata dai Quadri del Naviglio della Marina
 
 
Note:
 
(1) - Il Comandante della Nave era equiparato a Ministro Plenipotenziario e gli Ufficiali a Consoli;
(2) – In quel periodo erano in corso trattative per l’acquisto del bozzolo da sete cinese, necessario per rinforzare il ceppo coltivato in Italia, decimato da un’epidemia. Ciò nonostante i divieti esistenti, per gli altri Paesi occidentali, all’acquisto del “bozzolo”;
(3) – Erano presenti, nella rada neutrale di Chemulpo, l’Ariete Torpediniere “ELBA”, che recuperò i naufraghi delle Navi russe affondate dai giapponesi;
(4) – Dello Stato Maggiore faceva parte il T. V. Ernesto Giovannini (vds “MARINAI D’ITALIA” n. 5/maggio 2005;
(5) -  Le altre Campagne in E.O. furono eseguite: la prima da gennaio 1898 a settembre 1899, la seconda dall’ottobre 1901 a febbraio 1903, la quarta ed ultima da febbraio 1913 a marzo 1915;

(6) – Tutte le Navi che si schierarono con d’Annunzio, dopo le sanzioni impartite ai Comandanti, cambiarono nome.

 

Bibliografia:

-          Ufficio Storico della Marina Militare:
-         “Storia delle Campagne Oceaniche della R. Marina”, Vol.III, Roma 1992;
-         “Gli Incrociatori Italiani (1861-1975)”, Roma 1976;
.-            C. Paoletti, “La Marina Italiana in Estremo Oriente (1866-2000)”, Roma 2000