Filatelia
 
L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI
 

UN SALUTO DALLA R. N. “CALABRIA"

 
 
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto)
 
 

Come per gli uomini, il nome assegnato ad una Nave alla sua “nascita”, è, talvolta, propiziatorio e premonitore del destino che scandirà e guiderà poi, le alterne vicende della propria vita. E mai un nome dato ad una Nave ha rispecchiato e rimarcato, nella sua lunga attività operativa, i tratti e l’indole che da sempre hanno distinto i nativi della Calabria: antica terra dei "Bruzi".

 

L’Ariete Torpediniere CALABRIA, in una cartolina spedita

da Reggio Calabria il 12 settembre 1897 giorno della

 consegna alla Unità, della Bandiera di Combattimento.

 

 
 
La R. N. CALABRIA, infatti, nei Suoi 27 anni di vita, affrontando e superando bonacce e
tempeste, tragici eventi storici e compiendo  esaltanti imprese ha saputo pienamente
esprimere l’operosità, la tenacia e lo spirito di sacrificio: tratti del carattere e virtù  che
essenzialmente caratterizzano proprio la “calabresità”.
 
L’Ariete Torpediniere CALABRIA, faceva parte, insieme ad altre sei Unità, alla classe Regioni (LIGURIA, LOMBARDIA, ETRURIA, ELBA, UMBRIA e PUGLIA). Fu impostata nel 1892 sullo scalo del Regio Arsenale di (La) Spezia. Entrò in servizio nel 1897 - Aveva un dislocamento a pieno carico di 2.900 tonnellate – Apparato di propulsione costituito da 4 caldaie cilindriche e 2 motrici alternative verticali a triplice espansione della potenza di 4.260 C.V. – Velocità 16,4 nodi – Autonomia 4.000 miglia a 10 nodi – Era armato con 4 cannoni da 152/40, 6 da 120/40, 8 da 57 mm., 8 da 37, 2 mitragliere e 3 Tubi Lanciasiluri – Equipaggio di 204 uomini, compresi 11 Ufficiali. Secondo la tradizione era privilegiato l’imbarco del personale originario della Regione Ciò per stimolare lo spirito di corpo e l’orgoglio d’appartenenza, sempre vivo nella Gente di Mare calabrese..
 
La Nave, unica nella storia della nostra Marina, vanta quattro circumnavigazioni del globo, una lunga dislocazione in Estremo Oriente e nel Levante del Mediterraneo.
Inoltre, prese parte attivamente alla guerra italo-turca ed al 1° conflitto mondiale.
Solcando i mari di tutto il mondo visitò i maggiori porti dei cinque Continenti. Con il Suo Equipaggio, in tutte le azioni, onorò il motto: “SANGUINIS EFFUSIONE”, che già primeggiava sullo stemma araldico della Regione Calabria e poi anche su quello della Nave (1).
Ora vediamo concisamente, seguendo un ordine cronologico, la storia di questa gloriosa Unità.
Il Sindaco di Reggio di Calabria , avuto notizia che il Governo del Re aveva stabilito di assegnare il nome “CALABRIA” ad una nuova Unità della Marina, convocò, il 21 ottobre 1894, nel Palazzo Municipale, le autorità cittadine e le rappresentanze di tutti i Comuni della provincia.
 

Le rotte seguite dalla CALABRIA nella 1^ circumnavigazione

 
Lasciò (La) Spezia il 6 dicembre 1897 e toccò i porti di:

S. Vincenzo di Capo Verde, Montevideo, Buenos Aires, Bahia, Barbados, St. Lucia,

St.Thomas, Cumanà (Venezuela),La Guayra, Cartagena (Columbia), Colon, Curacao,

Rio de Janeiro, Montevideo, Rio della Plata, Rosario di Santa Fé, Punta Arenas,

Talcahuano, Valparaiso, Iquique, Callao, Punà (Equador), Panama, S.José de

Guatemala, Acapulco, San Diego, Honolulu, Waimea, Yokohama, Kobe, Nagasaki, Ce-fu,

Taku, Shanghai, Niimrod, vari porti della Cina, Hong-kong Singapore, Colombo, Aden.

Suez, Porto Sai, Brindisi, Venezia il 2 giugno 1901

 

 
All’ordine del giorno c’era la costituzione di un Comitato Provinciale, per l’offerta della Bandiera di Combattimento alla Nave appena varata e designata a portare: “ …il nome glorioso della forte, generosa e antica terra italiana…”.

Nel suo discorso il Sindaco, avv. Carmelo Mezzatesta, annunziando che “l’attestato di benevolenza conferito alla Regione Calabrese, da cui era partito il primo grido della riscossa nei moti rivoluzionari (1847-48), che condussero all’Unità della Patria”, era stato accolto “con l’indicibile e legittimo orgoglio dalla cittadinanza e dalla laboriosa popolazione di tutta la provincia”, cui si erano associate le città sorelle di Catanzaro e Cosenza.

 

Cartolina, con  doppia    affrancatura, italiana e cinese, spedita dalla CALABRIA il 27 giugno 1900 dal porto di Ce-fu

 
Tutto era pronto per la cerimonia, quando sopravvenne il tragico disastro tellurico del 1894.
Superata quella tragedia, l’iniziativa fu ripresa nel 1897.
 La CALABRIA intanto, appena entrata in servizio, fu inviata nelle acque di Creta in una missione che oggi definiremmo di “peace keeping”.
L’operazione fu concordata dalle potenze europee, per riportare l’ordine e la legalità in quell’isola governata dall’impero ottomano, che a causa dei continui e sanguinosi scontri fra cristiani e musulmani, alimentati da ingerenze esterne, stava minando il già precario equilibrio politico-strategico di quello scacchiere.
La Forza Navale Congiunta, di cui faceva parte la CALABRIA, doveva prioritariamente tutelare l’incolumità dei  connazionali, presenti nell’isola, dai saccheggi ed eccidi perpetrati da entrambi i contendenti.
 

Le rotte seguite dalla CALABRIA nella 2^ circumnavigazione

 
Salpò da Venezia il 18 febbraio 1902 e toccò i porti di:Gibilterra,
Porto La Luz (Canarie), Port of Spain, La Guayra, Avana, Fort
de France, Port Castries, Guanta, Cumanà, Carùpano, Belem
do Parà, Bahia, Montevideo, Buenos Aires, Punta Arenas, Field
Anchorage, Isthmus Bay, Molineaux Harbour, Baia della Libertà,
 Hale Cove, Valparaiso, Callao, Papeete, Thaiti, Isole Tuamotou,
Jaluit (Is. Marshal), Yokohama, Kobe, Wu-sung, Shanghai,
Chemulpo, Taku, ce-fu, Han-kow, Wu-chang, Dalny, Masampo,
Miyatzu,Hakodate, Yokohama, Yokkaichi, Irako-saki, Hong-kong,
 Singapore, Olehleh, Sabang Bay, Colombo, Aden, Suez, Ismailia,
  Porto Said, Ancona e  Venezia il 26 gennaio 1904

 

Alla fine d’agosto la Nave rientrò in Italia e il Sindaco di Reggio, auspice un comitato di dame presieduto dalla nobildonna marchesa Gagliardi, propose che la consegna della Bandiera, in forma solenne, coincidesse con le festività patronali  della città di Reggio, in onore di Maria SS. della Consolazione.

Il 12 settembre 1897, infatti, ci fu la festosa celebrazione della consegna.
Nello specchio d’acqua fronteggiante la città di Reggio erano presenti l’Unità della stessa classe, "ETRURIA" e la Corazzata "RUGGERO DI LAURIA".

Cartolina, spedita dalla CALABRIA  il 26 settembre 1902 da Buenos Aires, nel corso della 2^ circumnavigazione

 

La marchesa Caterina Gagliardi, nel consegnare al Comandante della CALABRIA, Capitano di Fregata Pietro Fornari, la Bandiera di Combattimento, di seta, finemente ricamata a mano e donata dalle dame calabresi, pronunciò un’accorata allocuzione, che iniziava così: “Salve alla Nave che prende il nome della regione calabrese, diletta patria nostra. Noi madri e spose calabresi, nei cari nomi di Cosenza, di Catanzaro e della nostra Reggio, le porgiamo il vessillo … Le sia augurio di trionfo questa terra che diede alle fortune navali i Ruggero di Lauria e le centinaia di suoi figlioli più baldi alla giornata di Lepanto (2), e martiri ed eroi sempre alla storia del mare....”.

Il cofano contenente la Bandiera, in massiccio pino della Sila, fu “ …magistralmente scolpito con leggiadria di linee e ricchezza d’ornamentazioni …” dallo scultore calabrese Francesco Jeraci.

Filocamo della Candelora, giovane editore del periodico Filopoli, pronunciò, allo spumante, un erudito discorso ricordando le glorie navali dei calabresi Ruggero di Lauria e Tiberio Campolo (3).
 

Cartolina spedita dalla R.N. CALABRIA il 17 settembre 1902 da Montevideo.

La cartolina reca l’immagine di uno dei primi Ammiragli in Comando della Forza Navale Oceanica

 
Conclusa la cerimonia, la CALABRIA si trasferì a (La) Spezia dove si approntò per affrontare la prima impegnativa campagna oltreoceano.
Il 6 dicembre 1897 lasciò il Regio Arsenale per raggiungere l’America Centrale.
Uno dei compiti assegnati alla Nave era di redimere l’annosa vertenza italo-colombiana, per il mancato risarcimento dei danni subiti dalla comunità italiana, nel corso dell’ultima sommossa indigena. Ciò, nonostante il favorevole parere della Spagna prima e degli Stati Uniti d’America poi, Paesi ai quali, per la loro influenza in quella Regione, concordemente, fu affidato il lodo arbitrale.
Non dimentichiamo che era l’epoca delle “cannoniere” e la presenza di un’efficiente Nave da guerra aveva una valenza determinante nella risoluzione di tali controversie
 

 

Cartolina spedita dalla R.N. CALABRIA
il 27 marzo 1903 da Yokohama
La cartolina fu spedita dal Comandante della Nave
Capitano di Fregata Francesco Castiglia (firma autografa)

 

Alla fine dell’estate, ottenuto il giusto risarcimento e festosamente salutata dai nostri connazionali, la CALABRIA lasciò le Americhe.

Attraversato lo Stretto di Magellano puntò, con rotte dirette, verso i mari della Cina.

Il 29 maggio 1900 la Nave raggiunse  Ce-fu  e il 1° giugno gettò l’ancora nella rada di Taku, alla foce del fiume Pei-ho nel Mar Giallo, che era il porto più vicino alle nostri Legazioni.

Prima di addentrarmi nei particolari che spinsero la CALABRIA in quei lontani mari, credo sia utile esporre un sintetico quadro della situazione geopolitica dell’epoca.

Alla nascita del Regno Unitario ci fu un forte impulso nella politica estera, indirizzata ad estendere l’area di nostro “interesse” fuori dei mari metropolitani, consolidando, altresì, la nostra presenza  al fianco delle grandi potenze occidentali.

 

Le rotte seguite dalla CALABRIA nella 3^ circumnavigazione

 

Levò l’ancora da Venezia il 4 febbraio 1905 e toccò i porti di:
Messina, Gibilterra, St. Thomas, Santo Domingo, Montevideo,
 Buenos Aires, Condor Cliff, Punta Arenas, Field Anchorage,
Isthmus Bay, Puerto Bueno, Porto Grappler, Baia Libertà, Hale
Cove, Coquimbo, Callao, Acapulco, San Francisco, Honolulu,
 Suva, Wellington, Hobart, Melbourne, Fremantle, Adelaide,
 Sidney, Brisbane, Townville, Porto Moresby, Yule Island.
Ammoina, Kema (Menabo), Labuan, Manila, Yokohama,
Kobe, Miyajima, Nagasaki, Wu-sung, Chin-kiang, Nan-king,
Kiu-kiang, Han-kow, Shanghai, Toki-tao, Ching-uan-tao,
  Wei-hai-wei, Tsing-tao, Amoy, Hong-kong, Saigon, Bangkok,
 Singapore, Rangoon, Colombo, Bombay, Berbera, Perim, Assab,

Massaua, Porto Said, Alessandria e Venezia il 3 febbraio 1907

 
Le iniziative per la conquista di nuovi territori in Africa, ormai quasi tutti colonizzati, furono gravemente frustrate dalla tragica sconfitta di Adua.

Ciò fu dovuto, principalmente, alle endemiche e frequenti crisi di Governo, che non consentirono la definizione di una chiara e decisa visione politico-strategica dei problemi e conseguentemente l’assegnazione delle risorse finanziarie necessarie al suo conseguimento.

In Estremo Oriente l’Italia cercò di acquisire dalla Cina una “concessione territoriale” per insediare le nostre rappresentanze commerciali. Ma anche quest’iniziativa, per l’insipienza delle trattative condotte dalle nostre autorità diplomatiche, non andò a buon fine.
Pertanto le nostre rappresentanze furono, inizialmente, ospitate nei territori delle concessioni europee.
 

Cartolina spedita dalla R.N. CALABRIA il 24 marzo 1905 da Kingston (Giamaica) durante la 3^ circumnavigazione

 
Nel “Celeste Impero, il potere era nominalmente nelle mani dell’Imperatore Kuang-Hsu (4) ma, di fatto, era saldamente tenuto dall’anziana Imperatrice madre Tzu-Hsi  (nota con l’appellativo di “Vecchio Budda”), tenace custode delle prerogative dell’Impero e delle sue millenarie tradizioni.
Dal punto di vista politico coesistevano, precariamente, due correnti. La prima predominante, ispirata dall’Imperatrice, era ultra conservatrice e auspicava l’immediata restaurazione dell’isolamento assoluto da ogni influenza straniera
L’altra, che faceva riferimento all’Imperatore, più realistica, riteneva opportuno e utile collaborare con i “bianchi”, cercando di ottenere da questi i mezzi per rafforzare l’Impero, senza però cambiarne la struttura.
L’avidità e la spregiudicata spoliazione delle risorse cinesi, perpetrata dagli occidentali, alimentarono sempre più i rancori verso tutto ciò che era straniero, favorendo così la crescita, sull’intero territorio, del partito conservatore.
La scintilla che fece divampare i diffusi focolai insurrezionali, fu la rivolta, nelle Regioni del nord, della setta più estremista, anti occidentale e anti cristiana, che gli occidentali chiamarono “boxers” (5).
 

Cartolina scritta il 6 luglio 1905 a Buenos Aires, ma spedita il 18 luglio 1905 da Punta Arenas, prima dell'attraversamento
dello Stretto di Magellano nel corso della 3^ circumnavigazione
 
Alcune Missioni religiose furono saccheggiate, sacerdoti e suore trucidati.
Le Legazioni internazionali di Tien-tsin e Pechino, assediate, erano prossime alla capitolazione.

Le truppe imperiali che dovevano assicurare l’ordine, non essendo in grado di sedare la rivolta,  decisero di non osteggiare gli insorti, lasciando il Paese alla mercé dei rivoltosi. Intere guarnigioni, addirittura, si schierarono al fianco dei guerriglieri.

Le nazioni occidentali, che possedevano colonie nel continente asiatico, rinforzarono, in tempi brevi, le truppe, che presidiavano le loro Concessioni, concentrando nei porti vicini un gran numero di Unità navali (6).

L’Italia, in ogni modo, non aveva in Cina forti interessi economici.

All’inizio del 1900 la comunità di connazionali in Estremo Oriente si aggirava intorno a qualche migliaio di persone ed era costituita, principalmente, da gruppi di religiosi, piccoli imprenditori e operatori nel campo delle manifatture tessili
Gli insediamenti erano distribuiti lungo le sponde, o nell’immediato entroterra, del grande fiume Yang-tse-kiang.
 

Cartolina, con  doppia a  affrancatura, italiana e della Tasmania

speditail 23 novembre 1905 da Hobart (3^ circumnavigazzione)

 

 
Il Governo italiano, seppure in ritardo, decise di inviare, urgentemente, una Forza Navale e un
Reparto dell’Esercito (7).
Il nostro intervento era motivato dalla volontà di accrescere gli scambi commerciali ed
eventualmente sfruttare le risorse naturali, di cui la Cina era ricca.
Nel momento più critico, nell’attesa dell’arrivo dei rinforzi dall’Italia, la CALABRIA, con i suoi
Marinai del Reparto da Sbarco, potenziò la difesa delle nostre Legazioni.
Un Plotone di 39 uomini,  guidati dal Tenente di Vascello Giuseppe Sirianni (8), risalendo il
 Pei-ho, raggiunse Tien-tsin, che stava per soccombere all’orda dei “boxers”.
Dopo quattro mesi di cruenti scontri, le truppe della coalizione occidentale ebbero ragione dei rivoltosi. Le Concessioni furono liberate e l’ordine, per quant’era possibile assicurare in quell’immenso e turbolento Paese, fu ristabilito.
La nostra Marina lasciò sul campo 19 giovani vite fra le quali le Medaglie d’Oro al V.M. Olivieri, Paolini, Carlotto e quella del calabrese, Cannoniere Scelto Melluso, di Bagnara Calabra.

L’Ariete Torpediniere CALABRIA continuò la sua missione, vigilando lungo le acque del Mar Giallo e dello Yang-tse-kiang e assicurando, con la sua costante presenza, l’incolumità dei nostri connazionali.

 

Cartolina spedita da bordo della CALABRIA il 28 novembre 1905 da Melbourne, durante la 3^ circumnavigazione

 
Il 17 aprile 1901 ricevette l’ordine di rientrare in Patria e il 2 giugno, completando la circumnavigazione del globo, dopo avere percorso 47.000 miglia in tre anni e mezzo, s’ormeggio nel bacino di San Marco a Venezia.
Trascorso un breve periodo di inattività, impiegato per i necessari lavori di manutenzione allo scafo ed all’apparato di propulsione, la nostra Nave, al Comando del Capitano di Fregata Francesco Castiglia, il 18 febbraio 1902, lasciò Venezia diretta in Venezuela e attraversando lo Stretto di Magellano, raggiunse i Mari dell’Estremo Oriente.
Come nelle precedenti Campagne, lo scopo della missione era quello di sostenere con la sua presenza le azioni derivanti dalla politica estera del Governo. Mostrare il tricolore nei luoghi di “interesse”, e propiziare l’apertura di nuovi traffici e scambi commerciali. Altro suo compito era quello di proteggere i nostri emigrati, intervenendo dove la loro incolumità veniva minacciata. Nel corso di quel secondo giro del mondo, la Nave intervenne in soccorso della popolazione di St. Pierre di Martinica, colpita da una distruttiva eruzione del vulcano Pelée, che causò la morte di 25.000 persone.

Rotte della R.N. CALABRIA nella 4^ circumnavigazione

 

Salpò da Palermo il 13 aprile 1909 e toccò i porti di: Porto Giunco, Orano, Funchal,

St. Thomas, Fort de France, Port of Spain, Rio de Janeiro, Isola Grande, Santos,
Montevideo, Buenos Aires, Capo Dungenes, Punta Arenas, Sholl Bay, Porto Bueno,
 Porto Grappler, Hale Cove, Valparaiso, Callao, Panama, San Francisco, Honolulu,
Yokohama,Shanghai, Nimrod, Nagasaki, Sasebo, Moji, Itosaki, Kobe, Obe-hato-ura,
Kure, Ujina, Miyajima, Kurahashi, Nagoya, Yokohama, Senday, Hakodate, Korsakoff,
St. Vladimir, Vladivostok, Tsuruga, Ching-uan-tao, Ce-fu, Tsing-tao, Shanghai,
Kiu-kiang, Han-kow, Little Orfan  Is., Nan-king, Shanghai, Fu-chov, Amoy, Hong-kong,
 Bias Bay, Manila, Saigon, Singapore, Shanghai, Ching-uan-tao, Side Saddle, Dalny, Vladivostok, Hakodate, Yokohama, Nagoya, Kobe, Itosaki, Miyajimina, Side Saddle, Shanghai, Singapore, Se bang, Massaua e Venezia il 18 aprile 1912
 
L’eruzione fu tanto violenta da oscurare, per due giorni, il cielo con una fitta coltre di fumo e cenere. L’intervento della CALABRIA, che attivò anche un’infermeria da campo, servì ad alleviare le sofferenze dello sfortunato Paese.
L’Equipaggio, memore delle luttuose calamità, accadute in Patria, si prodigò per fare sentire la solidarietà del popolo italiano verso chi, in quel momento, stava soffrendo.
La permanenza della CALABRIA nell’America centromeridionale si protrasse più del previsto, per il grave stato di crisi esistente nella Regione. Allo scoppio della guerra ispano-americana, raggiunse il Mare delle Antille per proteggere la comunità italiana..Alla fine delle ostilità ricevette l’ordine di trasferirsi in Estremo Oriente.Quando fu nel Pacifico, dopo una breve sosta a Papeete (Tahiti), raggiunse l’Arcipelago delle Taumotuo per aiutare gli isolani, colpiti dalle violente onde di marea provocate da un ciclone, che coinvolse anche due Navi a vela italiane. Nel marzo 1903 sostò a Yokohama per effettuare, presso un Cantiere Navale della città, una radicale manutenzione generale, resasi necessaria dopo le lunghe navigazioni compiute.
 

Lettera spedita da bordo della CALABRIA il 15 febbraio 1911 da Singapore (4^ Circumnavigazione)

 
Lasciò l’Estremo Oriente nel novembre 1903 e rientrò a Venezia il 26 gennaio del 1904.
Assunto il Comando della Nave dal Capitano di Fregata Enrico Marenco di Moriondo, la CALABRIA ripartì da Venezia il 4 febbraio 1905 per compiere la sua terza circumnavigazione.
Attraversato l’Atlantico, la Nave fece rotta per S. Domingo, dove sostò dal 14 al 20 marzo 1905.
In quell’isola, il Comandante, per delega del nostro Governo, concluse positivamente una lunga vertenza con le autorità governative dell’isola, in merito alla richiesta di risarcimento dei danni subiti dalla nostra comunità, a causa della guerra civile scoppiata nell’isola.
Dopo la sosta operativa a Santo Domingo, la CALABRIA proseguì per una breve visita, non prevista dall’itinerario ufficiale a Kingston (Giamaica), dove risiedeva una piccola colonia di nostri connazionali. Attraversato per la terza volta lo Stretto di Magellano, sulla rotta di avvicinamento all’Australia, sostò prima nell’isola di Suwa, e dopo Wellington (Nuova Zelanda), giunse a Hobart nella Tasmania.
Durante la sosta nei porti neozelandesi e australiani, l’Ariete Torpediniere CALABRIA accolse a bordo gli italiani.
 

 Cartolina spedita il 6 aprile 1911 da Shanghai, nel corso della 4^ circumnavigazione della R.N. CALABRIA

 
Molti di essi d’origine calabrese, vedevano, nella Nave, che portava il nome della loro Regione, un lembo del proprio Paese.
Una delegazione di Ufficiali della Nave, si recò in visita nella zona mineraria di Kalgoorlie, dov’erano presenti numerosi italiani, guidati da alcuni nostri ingegneri, comproprietari della Società, che aveva in gestione la miniera aurifera.
La lunga permanenza della Nave in Australia, fu motivata dall’esigenza di condurre una inchiesta sui dissensi esistenti tra la nostra comunità ed il Governo della Regione, in merito alla gestione della miniera d’oro, la cui maggioranza delle azioni era in mano italiana.
La vertenza che seguì, condotta dal Comandante della CALABRIA, si concluse con esito positivo, con piena soddisfazione per la nostra comunità. Successivamente, nel risalire la costa orientale australiana, attraversò tutta la barriera corallina, impresa mai compiuta, fino a quel momento, da una Nave di quelle dimensioni.

Dopo l’Australia, la CALABRIA sostò a Honolulu (Hawai) dal 5 al 12 ottobre 1905.

Il Comandante aveva avuto il compito di valutare la fattibilità della richiesta d’immigrati italiani da impiegare nell’industria agricola, molto fiorente nell’isola.
 

 

 
Cartolina scritta il 5 maggio 1911 ma, spedita l'11
durante la sosta della R.N. CALABRIA a Yokohama

( 4^ circumnavigazione)

 
La richiesta del Governatore dell’isola era indirizzata ai nostri connazionali, a seguito del divieto del Governo americano di impiegare manodopera cinese.

Dopo la relazione del Comandante, la richiesta fu accolta.

La CALABRIA concluse la sua missione a Venezia, il 3 febbraio 1907, passando in tabella di disponibilità e restando in quella posizione per tutto il 1908.
Nei due anni di Campagna oltreoceano, la Nave percorse complessivamente 57.725 miglia in 291 giorni sostando in 67 porti e 31 ancoraggi provvisori. Inoltre, per raggiungere città interne, risalì dieci fiumi, tra cui lo Yang-tse-kiang per 615 miglia. Per tutta la durata della missione, ci fu a bordo il Guardiamarina Ferdinando di Savoia, che nonostante il grado, durante le visite ufficiali, veniva accolto con il riguardo dovuto ad una rappresentante dei regnanti italiani.
Nel 1909, dopo alcune sortite nei Mari nazionali, il 13 aprile salpò da Palermo per compiere la sua quarta circumnavigazione del globo.
Il Comando della CALABRIA, questa volta fu affidato al Capitano di Fregata Mario Casanuova
 

Lettera con intestazione della R. N. CALABRIA, spedita il 1° aprile 1914 durante la dislocazione della Nave nel

Mar Rosso ed Oceano Indiano in qualità di “Nave Stazionaria” (4 marzo – 8 settembre 1914)

 
In questa missione la Nave svolse, prevalentemente, il compito di “stazionaria”, visitando i maggiori porti dell’America Centrale e meridionale.
Risalendo il Pacifico toccò Valparaiso, Callao, Panama e da San Francisco continuò, nel novembre 1909, per Honolulu e Yokohama nel Giappone. Dal 24 dicembre, a Shanghai, assunse il compito di “Nave Stazionaria” in Cina.

A Shanghai, il 30 aprile, avendo il Comandante Casanuova ultimato il periodo di Comando, al suo posto subentrò il parigrado Galeazzo Sommi Picenardi (9).  Il 30 settembre 1911, la CALABRIA lasciò i Mari dell’Estremo Oriente, per ritornare in Patria e partecipare alla guerra contro la Turchia.   Dislocata nel Mar Rosso, prese parte al bombardamento navale contro postazioni di artiglieria ed accampamenti di truppe turche.

Il 5 aprile 1912, terminata la dislocazione nel Mar Rosso, la Nave raggiunse la laguna veneta il 18 dello stesso mese.
 

Cartolina spedita il 21 dicembre 1914 da Beirut nel corso della dislocazione della CALABRIA lungo le coste della Siria,

a causa della grave crisi provocata dalle persecuzioni dei turchi contro le popolazioni armene

 
Nel corso della 1^ Guerra Mondiale operò attivamente in Africa Orientale e nel Mar Rosso, dove restò dislocato fino al 5 agosto 1919. Nei primi mesi del 1922, la CALABRIA, fu di nuovo approntata, questa volta nel R. Arsenale di Taranto,  per una nuova ed ultima missione oltreoceano.
Nella pianificazione iniziale la Nave doveva portarsi nell’America Centrale e successivamente portarsi sulle coste americane, per visitare i nostri connazionali residenti in quelle Regioni, che da molto tempo non vedevano la presenza della nostra Bandiera.
Però, l’esigenza di sostituire la R. Nave LIBIA in Estremo Oriente, modificò l’Ordine d’Operazione della CALABRIA, che fu scelta per sostituire quell’Unità.      Il 10 luglio 1922, lasciate le acque di Taranto e attraversato il Canale di Suez, si diresse per l’Estremo Oriente. Ancora una volta la CALABRIA, con il Comandante, C. V. Gustavo Caccia ed il suo Equipaggio svolsero, con la consueta, diligenza ed efficacia, la missione a loro affidata.
 

Cartolina spedita da bordo della CALABRIA il 21 dicembre 1918 da Massaua, durante la dislocazione della Nave nel Mar Rosso

 
Dal 22 aprile all’11 maggio 1923 la CALABRIA si recò urgentemente a Yokohama, dove un suo “Reparto da Sbarco” fu inviato a Tokio per portare soccorso alla popolazione, di quella città, colpita da un terremoto.
Nel viaggio di ritorno la Nave si fermò a Bushir (Golfo Persico) per riportare in Patria le salme di due nostri Aviatori, caduti durante il raid aereo Roma-Tokio e provvisoriamente sepolti in quella città (10).
 

Rotte seguite dalla CALABRIA nell’ultima dislocazione
in Estremo Oriente
 
Salpò da Taranto il 17 luglio 1922 e toccò i porti di: Porto Said,
 Suez, Massaua, Aden, Colombo,Singapore, Hong-kong, Wu-sung,
 Shanghai, Gutzlaff, Is. Ruggad, Shanghai, Nagasaki, Yokohama,
Yokkaichi, Kobe, Ozukijima, Ujina, (Hiroshima), Port Arthur,
Dairen, Shan-hai-kuan, Peh-tai-ho, Ching-uan-tao, Shanghai,
Yokohama, Shinagawa, Hong-kong, Shanghai, Palebang,
Penang, Colombo, Bombay, Bender Abbas, Bushir, Bassora,
El Kuait, Mascate, Damo (Guardafui), Alula, Moka, Massaua,
Mersa, Gedda, Port Said, Derna, Bengasi e Taranto
il 18 agosto 1924
 
 

Cartolina spedita da bordo della R. N. CALABRIA il 10 maggio 1923 da Tokio.

Il mittente faceva parte del Reparto della Nave, inviato a Tokio per prestare soccorso alla popolazione colpita da un violento terremoto
 
Il 18 marzo 1924 il veterano Regio Ariete Torpediniere CALABRIA, salutato da un picchetto d’onore, attraversò il Canale Navigabile di Taranto, per svolgere, nella Città dei due Mari, il suo ultimo compito di Nave Scuola Cannonieri.Il 13 aprile 1924, cessata ogni attività fu Radiata dai Quadri del Naviglio Militare dello Stato.
Il 10 dicembre 1925, la gloriosa Nave fu venduta per la demolizione.
Prima di concludere, vorrei motivare l’enfasi, a volte apparentemente campanilistica, che ha caratterizzato questo mio scritto.   Esso, essenzialmente, vuole essere un doveroso e deferente omaggio a tutti i Marinai calabresi, che in pace ed in guerra hanno servito nei ranghi della nostra Marina.
Alla Regione Calabria, mia terra d’estrazione, alla città di Reggio, che donò alla Nave la Bandiera di Combattimento e che ospiterà il prossimo raduno dell’Associazione Nazionale dei Marinai d’Italia, va rivolto un ossequioso saluto e l’augurio di un pronto ritorno agli originari ed antichi splendorI.
 

Cartolina con la CALABRIA che attraversa il Canale Navigabile di Taranto, al rientro della sua ultima dislocazione in Estremo Oriente.

Il mittente è il Tenente Macchinista Domenico Zambetti che scrive: “…… la vecchia Calabria torna al patrio lido ……"

La lunghezza della “fiamma tricolore” testimonia le navigazioni compiute nella sua ultima campagna in Estremo Oriente

 
Bibliografia:
 
(1)     – Autori vari, “Visioni di Calabria”, Vallecchi Editori, Firenze 1929;
(2)     – Oliver Worrner, “Le grandi Battaglie Navali”, Arnoldo Mondatori Editori, Milano 1963;
(3)     – Dino S. Berretta e R. Costa, “L’uomo questo navigatore – “Le Battaglie”, Editrice Le Sorgenti, Milano 1958;
(4)     – Ufficio Storico della Marina Militare:

“Le Bandiere di Combattimento delle nostre Navi da Guerra”, Roma 1935

“Storia delle Campagne Oceaniche della R. Marina”. Vol. III e IV, Roma 1992;

“Almanacco Storico delle Navi Militari Italiane (1861 – 1995)”, Roma 1996;

“Gli Incrociatori Italiani”, Roma 1976;

 
Note:
 
(1)     –In effetti il motto “Sanguinis effusione” (fino allo spargimento del sangue) fu ereditato dal motto della gloriosa città di Catanzaro, riferendosi alle lunghe ed aspre battaglie, sostenute     dai calabresi, che schierati con l’Imperatore Carlo V, combatterono fino all’estremo sacrificio, contro l’Esercito dei Valois;

(2)     -  Battaglia Navale di Lepanto , combattuta tra la Flotta Cristiana della Lega e quella turca (5 11.1571). Dei 40.000 uomini d’arme imbarcati sulle Navi della Lega, più di 5.000 furono reclutati nelle province rivierasche della Calabria. A guidare la navigazione dell’Armata Cristiana, fu scelto Cecco Pisano, espertissimo pilota della terra di Belvedere (Cosenza). Allo stesso, Don Giovanni d’Austria, Comandante della Flotta Cristiana, ordinò la rischiosissima missione di avvicinarsi alle Navi nemiche, per identificare e verificare la composizione e consistenza delle Navi avversarie.Nella Battaglia Navale, 600 marinai calabresi lasciarono la vita;

(3)      Ruggero di Lauria, nato a Scalea (Cosenza) nel 1245, morì a Valencia nel 1305. Ammiraglio e Condottiero. Nel 1282 fu nominato Comandante in Capo della Flotta Aragonese di Sicilia, che difese dagli attacchi angioini durante i Vespri Siciliani. Nella Battaglia Navale di Castellammare, con 40 galee riportò una schiacciante vittoria contro 80 legni angioini.  Tiberio Campolo Melissari, (nato nel XV sec. a Reggio Calabria). Fu Ammiraglio dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. Capo della “Lingua” d’Italia (le “Lingue” erano gli Stati presenti nell’Ordine). Balì di Napoli. Alla testa dei numerosi Cavalieri italiani, prese parte nel 1565 alla difesa di Malta, nel grande assedio dell’isola da parte della Flotta turca;
(4)     – Insignificante figura di monarca, succube dell’Imperatrice madre Tzu-Hsi;
(5)     -  Setta che praticava un sistema di esercizi di origine taoista, simile al nostro pugilato, che secondo la diffusa credenza, dovevano dare agli adepti, poteri soprannaturali;

(6)     - Nella rada di Taku erano presenti 43 Navi da Guerra (16 russe, 7 britanniche, 6 francesi, 6 tedesche, 3 giapponesi, 2 statunitensi, 1 austriaca e le due nostre R.N. ELBA e CALABRIA;

(7)     - La Forza Navale Oceanica, sotto il Comando del Contrammiraglio Camillo Candiani di Olivola, era composta dalle Regie Navi FIERAMOSCA, STROMBOLI, VESUVIO e VETTOR PISANI. Il Reparto dell’Esercito, al Comando del Colonnello Goriani era formato da un Battaglione di Fanteria, un Battaglione di Bersaglieri, una Batteria d’Artiglieria da montagna, un Plotone di Cavalleggeri Esploratori, una Batteria di Mitraglieri, un Distaccamento Misto del Genio, un Ospedale da Campo, un Drappello di Sussistenza ed una Sezione di Carabinieri, per un complesso di 1965 uomini e 178 quadrupedi. Per il trasporto furono noleggiati 4 Piroscafi;

(8)     - Giuseppe Sirianni, da Ammiraglio fu Sottosegretario di Stato nel 1925 e Ministro della Marina dal 1929 al 1933;

(9)     - Il Comandante Sommi Picenardi perì al Comando della R.N. LEONARDO DA VINCI, affondata a Taranto la notte del 2 agosto 1916;

(10)  – Erano il Capitano Mario Gordesio ed il Tenente Giuseppe Grasso.